8 – Tempistica di posizionamento: perforazione delle corticali
Ti ringraziamo per l’interesse che dimostri per il nostro modo di lavorare…
Non si riesce a dare una risposta breve alle tue osservazioni che troviamo puntuali.
1- Tempistica di posizionamento.
A guidare i tempi sono le condizioni cliniche: si fa estrazione e contestuale impianto+carico in questi due casi: se non c’è infezione e se il paziente lo vuole.
Raramente succede che L’infezione è seria con ascessi, fistole e allora si aspetta continuando la terapia antibiotica e condizioni migliori. Se il paziente non vuole procedere per motivi economici, può capitare, aspettiamo anche a fare la estrazione sempre che le condizioni lo consiglino.
2- Perforazione delle corticali: rischi.
Perforazioni non bisogna farne. Ma raramente è capitato. Distinguiamo: uscire dalla corticale nella profondità del foro lingualmente può innescare delle belle complicanze. Emorragie o danneggiamento del fascio nervoso del nervo linguale le evitiamo perché nella mandibola distalmente ai forami usiamo solo la fresa lanceolata che può procurare solo danni minimi.
Non usiamo mai la fresa elicoidale, che farebbe disastri. Tuttavia il lembo non si estende quasi mai sotto la linea miloioidea lingualmente perciò non consente di vedere le eventuali perforazioni.
Complicanze di profondità.
Tuttavia perforare la corticale in profondità può provocare rottura della fresa, che poi è da rimuovere. Esattamente come può succedere quando perfori il ferro al momento della uscita della punta del trapano. Il prof. Salgarello ha rimosso da un nostro paziente un frammento di fresa di 2 mm dopo che avevo perforato lingualmente la corticale in zona 32. (Agosto 2012).
Ci si accorge che la fresa non scende nonostante si aumenti la pressione o la velocità di rotazione. Quando si ritira la fresa, per i lavaggi con rifocin, si vede che i frustoli sono bianchi anziché rosa, c’è il rischio di surriscaldare l’osso. Il paziente segnala che ha male.
Insomma ti rendi conto che la fresa è impegnata in una corticale, magari di sbieco. Meglio allora spostare leggermente l’asse del foro per raggiungere zone più midollari o usare un impianto più corto. Una radiografia endorale condotta sul piano occlusale mostra la posizione della fresa.
Di solito succede perché ci si lascia guidare dalla inclinazione dei denti vicini per evitare appunto che il moncone implantare emerga troppo lingualmente. Un moncone linguale deve essere parallelizzato in modo che la corona abbia una posizione normale. Se lo spazio è poco è meglio studiare bene il caso prima di procedere.
Complicanze di superficie.
Diverso è invece avere delle spire che emergono lingualmente o vestibolarmente in zone più coronali. E qui il lembo metterebbe in evidenza le spire eventualmente sporgenti. Meglio ridurre allora il diametro dell’impianto in modo che le spire non emergano dall’osso. Tuttavia bisogna dire che queste perforazioni guariscono senza ulteriori complicanze, contrariamente a quanto si segnala con impianti detti osteointegrati.
Il rimodellamento.
Con il passare del tempo, negli anni, per un rimodellamento dell’osso con corticali sottili, possono superficializzarsi i bordi di una o due spire. Senza ricorrere a lembi si lisciano con garbo le spire che sporgono, riportando alla normalità la situazione. Si invita poi il paziente ad una maggior dolcezza nello spazzolamento.
Vantaggi degli impianti impegnati in una o due corticali.
Personalmente consideriamo un punto di forza per la durata dell’impianto nel tempo, il fatto che delle spire impegnino una delle due corticali. Ci rendiamo conto di descrivere situazioni che per la implantologia osteointegrata costituiscono fonte di complicanze e di periimplantiti. Da trattare con innesti, membrane e quant’altro e con esiti da verificare nel tempo.
Noi con i nostri impianti non le abbiamo quasi mai viste. E non abbiamo poi mai dovuto ricorrere a recupero di situazioni problematiche con innesti. Attribuiamo ciò alla particolare dolcezza delle nostre tecniche molto meno cruente e destruenti e al disegno particolare dell’impianto di Tramonte.
Il conto della serva
Quando progetti la collocazione di un impianto e la tecnica che vuoi usare, ricorda di fare sempre “il conto della serva“. L’espressione colorita: ‘il conto della serva’ viene usata dagli operatori di Borsa per confrontare i costi e i ricavi delle diverse operazioni di acquisto titoli con le vendite degli stessi da effettuare a termine, per capire se c’è un guadagno o una perdita secca, e decidere di conseguenza se farle o no queste operazioni.
Il rapporto tra costi biologici e benefici finali deve portare vantaggi significativi per il paziente.
Soprattutto con pazienti anziani, o che seguono terapie complesse, o che presentano scarsa collaborazione.
E i costi è molto opportuno che siano ridotti al minimo. Oggi tutti i pazienti sono particolarmente sensibili e i colleghi disonesti hanno buon gioco a parlare di danni iatrogeni.
Avremo occasione di affrontare questo problema delicato.
Prospettive
Ecco ci piacerebbe lavorare con un gruppo numeroso di colleghi che fanno squadra. Perché mi pare che il lavoro da fare per i prossimi venti anni sia tanto.
Ora che anche le università hanno cominciato ad accettare il nostro modo di lavorare riconoscendone l’utilità.
Perciò comincia a trovare un tuo compagno di corso, saggio, preparato e rispettoso degli altri, perché due è meglio di uno.
Che condivida questo cammino.
Come vedi anche noi ti chiediamo qualcosa… in cambio