11 – Condizioni di sterilità
Discorso non privo di importanza merita il tema del tipo di chirurgia da utilizzare durante interventi di implantologia. Come è noto e come gli stessi Mish e Chiapasco ricordano nei loro libri, peraltro molto completi, (vedi a pag. 348 di Misch e a pag. 107 di Chiapasco), c’è una controversia in corso per quanto riguarda la tecnica chirurgica sterile rispetto alla tecnica pulita nella inserzione di impianti ossei. ‘….La decisione clinica per un ambiente sterile anziché pulito rimane una decisione del singolo operatore dal momento che esiste documentazione per entrambi gli approcci……..La chirurgia intraorale è assimilata ad una classe II o chirurgia contaminata pulita. Tuttavia è prudente ridurre il rischio di infezione….’.
L’adozione di procedure più invasive esige quindi comportamenti più virtuosi, ‘più sterili’ che naturalmente comportano protocolli più rigidi, complicati da una maggior preparazione ed istruzione di tutti i membri della equipe, e più tempo da mettere a disposizione per la organizzazione dell’intervento chirurgico.
Si comprende in questo ambito, dopo essersi sforzati di realizzare condizioni di sterilità, peraltro irraggiungibili nel cavo orale, quanto sia grave lasciare che esistano spazi intra-implantari colonizzabili a tempo indeterminato da batteri
saprofiti del cavo orale. Allo stesso modo estendere il campo chirurgico con non indispensabili scollamenti, osteotomie o innesti di osso di incerta prognosi, allunga i tempi di guarigione, aumentando nel contempo il rischio infettivo del sito chirurgico e di conseguenza le norme di sterilità da adottare. Grazie alla miniinvasività della tecnica italiana abbiamo trovato inutile ed inopportuno adottare tecniche sterili nei nostri interventi. Dal 1986 dopo uno sciacquo eventuale con clorexidina, sotto copertura antibiotica, e dopo lavaggi intraoperatori con rifocin nel durante dell’intervento non abbiamo mai registrato complicanze legate a problemi di sterilità.
Al termine di queste brevi considerazioni potrebbe essere opportuno valutare i seguenti comportamenti in Implantologia. Ho conosciuto ‘chirurghi’ che avendo lasciato cadere per terra un impianto, lo hanno fatto sostituire dal fornitore. Personalmente adottiamo come corretta la procedura di risterilizzare gli impianti a 350° nella sterilizzatrice a palline di quarzo per 8 secondi, raffreddandola poi per 10 secondi all’aria e quindi in un bagno di Rifocin. I nostri ambulatori sono dotati di autoclavi di tipo B di ultima generazione. Utilizziamo correntemente ultrasuoni e bagni con liquido germicida per tutto il nostro strumentario.
Data 19/04/2021 | Ambulatorio Acquafredda | Cognome e nome: Xxxxxx Xxxxx | Età 64 |
N.impianti esistenti: 2 | Data e n.interventi già fatti: 2010 in 22. 2013 in 12 | ||
Tipo di impianto: Tramonte | N.impianti inseriti: 2 | Saldatura: no | Zona dentale: 35 – 36 |
App.Rx endorale: Vix-win Acquafredda | Tac: no | Situaz.estrattiva: pexist in 35 nopex in 36 | Densità secondo Misch: D2 |
Antagonista(fissi,mobili,naturali,implantari: naturale | Spessore mucosa: normale | Altezza masticazione: media | Bruxismo: assente |
Foto : Iphone 12 | Modelli: no | Consenso/informativa: si | Privacy: si |
Operatore 1: dr. Bazzoli F | Operatore2: dr. Bellini MA | Sequenza frese: solo lanceolata | Sequenza maschiatori: diam. 5 in 35 e diam. 4 in 36 |
Carico occlusale: immediato leggero | Complicanze: nessuna. Sensibilità restituita a fine intervento. |